venerdì, maggio 30, 2008

E S A R I N T U L O M D P C F B V H G J Q Z Y X K W

E' possibile, mi chiedo, vivere la propria vita intensamente, assaporando ogni singolo istante dell'esistenza, approfittando di ogni occasione, di ogni conoscenza, senza rimorsi, rimpianti, rimanendo sè stessi, coerenti con le proprie scelte precedenti? E' possibile questo, mi chiedo, vivendo in città, lavorando in ufficio davanti al computer per 9/10 ore al giorno, in un'epoca di enorme asocialità, indifferenza e cinismo? Jean-Dominique Bauby, ne Lo scafandro e la farfalla dice: "...le occasioni che non ho voluto cogliere, gli istanti di felicità che ho lasciato volare via...ero cieco e sordo o mi serviva necessariamente la luce di un'infermità per vedere la mia vera natura..." Ma non viviamo già forse in un pesantissimo scafandro che ci paralizza? E se fosse uscito dalla sua malattia, miracolosamente, Bauby sarebbe stato capace di fare tesoro della sua disgrazia passata per vivere meglio la sua vita? Inizialmente forse si, ma poi? Si sarebbe scontrato a poco a poco con l'apatia degli altri e con una parolina, che a pronunciarla sembra piccola piccola, ma in realtà è un macigno: routine. E allora che devo fare? Trasformarmi in un piccolo hippie, diventare naive e dire al mondo che la vita va vissuta, che dobbiamo tutti svegliarci da questa esistenza di sonnambuli e riscoprire altri valori, più importanti ed essenziali? Ma come si fa? Io non so farlo. A volte poi mi chiudo in me e tutti questi bei discorsi colano a picco nel dimenticatoio tra noia e pigrizia. Perchè proprio io dovrei iniziare a fare il primo passo? Sto tanto bene da solo. Certi film mi fanno male, altri malissimo. Voglio andare al mare e vedere solo una distesa di acqua, scogli e fichi. Voglio mangiare un fico appena colto dall'albero. Voglio dormire su un'amaca nel mio giardino di casa ad un passo dalla spiaggia. Voglio vedere case bianchissime. Voglio vederti sorridere tutto il tempo.

giovedì, maggio 15, 2008

Scatolotti

Come ogni giorno, anche stamattina mi alzo, faccio colazione, mi vesto e faccio zig zag tra le auto con la mia bici psichedelica. Mentre sono dietro ad un pulman blu, mi si affianca il signore degli orologi: un tipetto magro magro, barba sfatta di qualche giorno, sui 50 mal tenuti, cappello da pescatore, sdentato. Scatolotti. Sono tutti scatolotti questi qua. Lo guardo, spengo l'ipod. Guarda qui quanti scatolotti. Non si riesce nemmeno a passare con la bici. Ehm si, è proprio vero. Sono meglio le nostre bici. Scatta il verde. Il bus blu parte e noi, con lentezza, ci muoviamo insieme verso il centro. Il signore degli orologi mi si affianca. Mi ha preso in simpatia presumo. Invece di spender soldi per gli scatolotti, preferisco comprarmi un bell'orologio come questo. Non si sente nemmeno quando fa tic tac. Per ascoltare il suo cuoricino battere, devi appoggiarci l'orecchio e poi lo senti. Bello. Non per vantarmi ma direi che posso fregiarmi della nomina di collezionista di orologi. Ah si? Quanti ne hai? Circa 200, tutti con la loro confezione. Pensa che una volta un signore mi ha detto che collezionava orologi ma poi quando gli ho chiesto quanti ne aveva mi ha risposto 15. Ti sembra un collezionista? No no. Direi di no. Ecco. Ma quanto hai speso per tutti sti orologi? Circa mezzo miliardo. Caspita! Con quei soldi facevi meglio a comprarti uno scatolotto allora. Lui ride di gusto mostrandomi gli spazi tra i pochi denti rimasti. Ahahahahah!! Simpatico! Simpatico! In piazza pontida le nostre strade si dividono. Buon viaggio!! Anche a te! Vai con dios! lo sento dire prima di vederlo infilarsi in una stradina laterale. E' così stamattina che ho conosciuto il signore degli orologi.