sabato, novembre 26, 2005

Meno QUATTRO

Fuori nevica ma ella è ancora decisamente troppo gelata per attaccarsi allegramente sulle cose: sui cappucci colorati dei bambini che vorrebbero costruire il loro primo pupazzo, sugli alberi ormai spogli da un pezzo che non si vergognano nemmeno più di essere nudi, o sui tetti delle case che a loro non gliene frega un cazzo di quello che succede intorno tanto sono tetti, punto e basta. E' una neve che non vuole proprio lasciare un segno duraturo, oggi cade, domani non c'è più, solo un pò di ghiaccio sulle strade che le rende piste da ghiaccio ma senza i pattinatori.
Io invece un segno lo vorrei lasciare.
Mentre nevica, mi sveglio tardi, faccio colazione e mi chiedo dove sono finiti tutti che sono a casa solo solo. Scopro che in perù la coca cola non la bevono preferendo la inca cola, che solo il 30 per cento dei peruviani bevono la coca, mentre gli altri tutti a tracannarsi la inca cola che ha il colore della pipì e sa di gomma da masticare. Così dicono alla radio. La pepsi solo il tre per cento per essere completi. Mi accorgo guardando la neve che era da tempo che non aspettavo così tanto le vacanze invernali. Ora non vedo l'ora che sia natale domani. "Vacanze" per modo di dire...io sono abituato ai quindici giorni delle vacanze scolastiche...invece qui sarà già bello fare cinque giorni e pedalare.
Questa settimana è stata davvero una rottura di balle. Niente che mi sia successo di brutto o personale questa volta, ma inizio a capire seriamente che in giro c'è gente che si diverte davvero a piantar grane al prossimo. Inizio a riconoscere gli squali, le faine, i serpenti ed altri animali con cui dovrò convivere per un'intera vita. Questa settimana più che altro è stata come una sorta di bungee jumping: nonostante alla fine il mio destino era quello di penzolare a testa in giù vicino al terreno bagnato, sono riuscito a rimbalzare un paio di volte piuttosto in alto, riuscendo anche a godere di un ottimo panorama. Così mi ritrovo il martedì ad uscire dall'ufficio alle 20.30 perchè un clientetestadipene ha piantato una grana proprio grossa, mentre chi dovrebbe agevolare il nostro lavoro lo complica maledettamente. Mi sembra di stare su una zattera alla deriva che prima o poi dovrà affondare, il cui capitano sembra aver perso la rotta da tempo e vorrebbe saltare velocemente su una barca un pò più stabile ma non sembra trovare il tempo e i mezzi per farlo.
Mercoledì mi trovo catapultato allo iulm per la proiezione di tutti i video del concorso. mi accorgo con piacere che il nostro spacca il culo e passando da un concorso locale ad uno nazionale il discorso non cambia molto: se le idee non ce le hai a bergamo, non è detto che ce le hai a roma o a milano o a napoli. Ho visto spot senza personalità, senza la necessaria voglia di rischiare qualcosa, ho visto tanti compitini allineati pallidamente alla media, al prodotto, alla marca. Per un concorso che premia la creatività mi aspettavo molto di più. Per questo sono davvero felice per tutti i giudizi positivi riscossi durante il nostro intervento e la proiezione del nostro video "Un abbraccio a raggi X". Abbiamo ricevuto complimenti ed in bocca al lupo da pressochè tutte le persone che contavano qualcosa in quella giornata; complimenti reali, sentiti, se non altro per il fatto che io e alessio siamo i primi ad esserci accorti da tempo di aver fatto qualcosa di importante. Il rappresentante della philips, azienda per cui abbiamo realizzato il video, era raggiante, quasi emozionato per il risultato che ha avuto davanti ai suoi occhi. E' stato bello fare un bagno veloce ed indolore in una realtà che mi piacerebbe vivere di continuo in futuro, nonostante tutte le difficoltà di cui sono consapevole. Ma credo che abbiamo i mezzi e la testa per arrivarci lì. Forse non le conoscenze, forse non la voglia di accettare compromessi, forse abbiamo troppa dignità per arrivarci. Boh.
Quindi il giovedì e il venerdì ripiombo in 2 giornate di noia totale, svuotato totalmente da ogni iniziativa ed entusiasmo di lavorare a spot da 30 secondi di bar, centri di benessere gestiti da guru coi baffi e gli occhiali, negozi di cucine, dove la mia unica preoccupazione è quella di scontornare bene i loghi orrendi della ditta, scegliere bande gialle verdi o blu per l'indirizzo e fare in modo che buchi di quaranta metri quadri appaiano come dei dei musei (opss...). Mi accorgo con piacere di non essere disposto ad essere umiliato per telefono da persone piccole piccole il cui unico interesse è di avere il culo parato senza curarsi minimamente del fatto che stai facendo di tutto per sistemare cose che non hai nemmeno iniziato tu e sono rimaste a metà. A volte, mi rendo conto con stupore che ci sono alcune persone che si stupiscono e ci rimangono anche male se ricevono risposte caustiche e ironiche dopo che ti hanno rotto il cazzo telefonandoti quattro volte in dieci minuti per ricevere un lavoro. E' bello sentire che non se l'aspettavano, che si attendevano la solita risposta remissiva di scuse che chiede un pò più di pazienza e invece questa volta no: arriva la bastonata: vedi stronza, non è stando al telefono con te a gonfiarmi le palle di stronzate che io riuscirò a mandarti più celermente la tua cazzo di mail con l'allegato che vuoi. Ci soffi dentro vero? Lo immaginavo.
Intanto continua a nevicare. La sua consistenza sembra lentamente intenzionata a mutare, divenendo via via più soffice, più morbida e gentile. Ha capito che non è col gelo che riuscirà ad attaccarsi più facilmente alle cose, ai cappucci, ai rami e ai comignoli. La neve ora sembra attecchire trasformando il tutto in un quadro naif di quelli che ho in cucina nel calendario.
A volte bisogna bastonare, colpire quando meno l'altro se l'aspetta, a volte bisogna trattare tutti come imbecilli dicendogli di aprire l'allegato che gli hai mandato e quindi magari di leggerlo pure, a volte bisogna uscire dalla maschera del bravo impiegato schiavo e fargli capire che prendi ordini forse da chi ti paga e basta.
A volte invece bisogna avere la forza e il coraggio di puntare sulla dolcezza e sulla poesia, fingere di non stare vivendo nell'epoca in cui viviamo, cancellare il contesto, renderlo impalpabile, invisibile, costruire il tuo mondo al di là di tutto e di tutti, mostrarlo agli altri con la forza dell'ostinazione, col tempo, senza fretta, in modo che anche loro a poco a poco si abituino e capiscano che la tua non è una posa, una finzione, tu davvero ci credi. E quando anche gli altri capiscono e ti chiedono e si interessano, solo allora comprendi di non essere stato un pazzo a fare orsetti di smalto su lastre radiografiche, a costruire un cubo di cartone riempendolo di stelle azzurre, a far penzolare peluches su fili di nylon in una stanza di ospedale immerso nel verde, a salutare un manichino trattandolo come un compagno di viaggio. (ok questo non è del tutto normale lo so..).
Ora i fiocchi sono enormi, posso scorgerne la forma, posso prenderli sul palmo della mia mano e osservarli per qualche breve istante. Uno dopo l'altro stanno cambiando tutto ciò che mi circonda. In maniera silenziosa, lasciano il segno. E nessuno può farci proprio niente. Il bello è proprio questo.
E mancano soltanto quattro giorni.
www.movieco.it

1 commento:

Anonimo ha detto...

orto mio,speravo di trovare già il post che celebra il vostro successo