sabato, settembre 17, 2005

I Want None Of It

Dobbiamo eliminare tutti i pedoni. E' diventata sempre più una priorità cancellarli dalla faccia della terra. I pedoni sono pericolosi. Essi camminano, avanzano con lentezza, guardano le cose che scorrono piano davanti ai loro occhi. I pedono pensano. Riflettono. E' questo che ci deve spaventare di più di loro. Sono d'accordo con voi, non ne sono rimasti molti sulla faccia del nostro Primissimo mondo ma ancora mi inquietano. Fortunatamente molti di loro si sentono in colpa per non essere su un'auto o su un mezzo a motore e per cancellare il loro imbarazzo fingono di usare il proprio cellulare controllando sms letti già venti volte, cancellano sms, telefonano a persone a cui non hanno assolutamente nulla da dire, fanno cose inutili tipo fumare o guardare l'orologio per far vedere a chi li guarda da dietro il vetro di un'auto che anche loro sono impegnati anche se vanno a meno di 70 Km/h.
Ma ce ne sono alcuni che mentre camminano, senza il minimo pudore, senza la paura di non sembrare occupati, si guardano attorno, osservano le cose che incontrano e riflettono. Spesso non hanno uno sguardo perso nel vuoto, anzi sorridono. Ho il terrore dei pedoni che sorridono. Forse non stanno guardando il cartellone pubblicitario 10 x 10 posto dietro di loro che li vorrebbe aiutare nel consumo; forse non hanno nemmeno notato le incredibili offerte di cui sono piene le vetrine che sorpassano noncuranti; non sentono il rumore dei clacson degli automobilisti incazzati. A che cosa staranno pensando? A loro stessi? Al cagnolino dietro la ringhiera che li guarda docilmente? Probabilmente a voi non capita da molto tempo ma a me è capitato proprio da poco di dover fare qualche km a piedi ed è stato sconvolgente. Mentre ascoltavo la musica camminavo ed ho iniziato a pensare a tante cose a cui non pensavo da tempo. Ero quasi felice di spostarmi muovendomi grazie ai due arti inferiori. Osservavo le facce inespressive dei guidatori di macchine tutte uguali (le facce non le macchine). Ho visto cose a cui non avevo mai fatto caso tutto le volte che sono passato con la mia punto blu. Ho mantenuto il mio sguardo su oggetti insignificanti come alberi, polli, finestre, tetti ed altre cose che alla velocità di 80 km all'ora perdono decisamente interesse. Ho fatto connessioni mentali, ho collegato la musica alle immagini. Ho pensato ad un mondo lento lento che ascoltava la musica che piaceva a me. Ho immaginato persone sorridenti che incrociavano altre persone sorridenti. E' stata un'esperienza terrificante. Per questo ora mi sono preso così a cuore la questione dei pedoni. Dobbiamo falcidiarli, spazzarli via. Sogno un mondo in cui la velocità diventi il segno distintivo di tutte le nostre azioni; dove libertà significhi scegliere tra si e no. Odio le domande con risposte multiple. Peggio ancora i questionari con risoluzione aperta. Che perdita assurda di tempo. Il minimo di scelta equivale al massimo della libertà. Il margine di errore tende a zero. Aspiro ad un mondo in cui i contatti umani seguando il modello del Telepass. Nessun contatto, nessuno scambio di sguardi, nessun passaggio di materia da un corpo all'altro. Tutto è movimento di bit, informazioni prive di consistenza, forma, odore, sapore o volume. Ridurre al minimo il contatto previene il rischio di contagio in caso di epidemia. Il rischio di provare odio. E amore. Più scambi, nessun contatto. Guardarsi negli occhi mi fa sempre più paura. Dovrebbe essere evitato. Apre una serie di possibilità e di azioni che lo sfrecciare di due auto in direzioni opposte fortunatamente preclude. La cosa più imprevedibile di questo mondo sono due persone che si incrociano lungo una strada: migliaia di possibilità sono aperte, imprevisti, linee che si intersecano per poi perdersi per sempre. Questo non accade in un'autostrada. Monadi d'acciaio che sfrecciano ognuna lungo la propria linea preferenziale e privata. Incontro significherebbe incidente, scontro, morte. Linee parallele o falsi incroci sfiorati di linee che viaggiano su piani differenti creando l'illusione di un incontro. Non rallentiamo vi prego. Non voglio avere il tempo di pensare che forse avrei dovuto e non ho fatto. La velocità non prevede rimorsi o possibilità di esplorare l'inesplorato; la velocià è placida incoscienza, pura irrazionalità mascherata da efficienza. Uccidiamo tutti i pedoni. Essi sono schegge impazzite che, come pietre focaie, rischiano di accendere la scintilla della possibilità. Uccidiamoli o costringiamoli a girare con un cellulare o aumentiamo le dimensioni dei cartelloni pubblicitari. Mettiamo schermi luminosi pieni di denti scintillanti e mani che si stringono lungo il marciapiede. Oppure sotto i loro piedi. Teniamo occupate le loro menti mentre camminano. Almeno fino a quando raggiungono la propria casa. Perchè lì, si sa, non c'è più pericolo. La Tv accesa e sfrigolante non gli lascerà più scampo.
Non ho più voglia di incubi. Vi prego basta. Il solo pensiero di ciò che può scatenare uno scambio di sorrisi tra due sconosciuti che passeggiano per strada mi paralizza. Sogno spesso che questo possa accadermi. Mi risveglio con orrore. Dobbiamo evitare che nel ventunesimo secolo, gli uomini dotati di videofonini per rappresentarsi a distanza, di lettori mp3 per non sentire le grida di aiuto del vicino, di occhiali da sole a specchio che rimandano al mittente le occhiate invadenti dell'altro, corrano il rischio di mettere le proprie vite in mano alla pura possibilità. Qualcuno mi dia almeno delle istruzioni, un copione da seguire. O un telecomando per cambiare canale.
Ho paura che un giorno, in una rara giornata di sole del ventunesimo secolo, tutte le mie certezze costruite lentamente e con fatica vengano spazzate via dalla vista di qualcuno o qualcosa che viaggia a meno di 50 km/h. Non permetterò che questo mi accada.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Demolition Man
Guai a chi ci tocca, guai a chi si tocca.