domenica, settembre 25, 2005

In a little row boat

Imprigionato tra televendite di materassi e di seconde case in montagna, video di alpini non ubriachi e clienti che vogliono il loghetto di un colore un pò più vivace e meno opaco, mi riesce difficile concentrarmi su progetti ed idee un pochetto più artistiche. La barca è apparentemente ferma; in verità si trascina stancamente verso un traguardo novembrino per il quale si è remato per mesi e per cui non c'è più bisogno di vogare. Il problema è quel traguardo potrà diventare anche un punto di partenza o di definitivo approdo. Il tempo e gli stimoli sembrano aver raggiunto il minimo storico ed è difficile pensare di sfornare lavori ed idee geniali nel week-end dopo una settimana di lavoro intenso e stressante dettato da continue scadenze che si tramutano inevitabilmente in leggeri ritardi e telefonate di scusa. Chi spronerà chi a continuare a fare cose per cui non si è pagati e che forse non porteranno nè soldi nè soddisfazioni? Ha senso allora che tutto questo diventi soltanto un hobby? E se diventasse tale, è pensabile ottenere gli stessi buoni risultati finora raggiunti? Chi ci darà la forza e la voglia di trovarci ancora in una piccola stanza, nel fine settimana, rinunciando a ore di riposo e di salutare snebbiamento, per discutere, proporre, buttar giù idee, costruire, insomma...dare vita a dei sogni? Che come ogni sogno che si rispetti sembra assurdo ed inarrivabile fino al momento in cui ci si accorge che è divenuto realtà; ma perchè lo diventi c'è bisogno di dosi di fatica, tempo e sacrificio che trasformino la speranza e il desiderio in azione. Ne abbiamo parlato più e più volte di questo pericolo ma non vivendolo ci sembrava facile da superare: certo che ci incontreremo ancora per scrivere frasi e disegni su di una moleskina; certo che troveremo gli stimoli per fare nuovi video; certo che il lavoro non ci risucchierà tutta la nostra energia e la nostra creatività. Balle. Solo ora capisco cosa significhi la parola week-end, priva di alcun senso fino a poche settimane fa, quando il lunedì e il sabato erano due giorni difficilmente distinguibili. Di certo non c'è più nulla. Non che siano cambiati gli obbiettivi e i sogni di un mese fa..ma basta poco, anzi pochissimo, perchè si continui a rimandare qualunque cosa, protetti e offuscati dalla convinzione di essersi fatti già un culo tanto per cinque giorni di fila. La coscienza del buon lavoratore è pulita. Quella del buon sognatore anche. Quella dell'artista marcisce in una stanza segreta del mio cervello, di cui da tempo non trovo più la chiave.
Così la barca avanza lentamente tra la fitta vegetazione, ondeggia paurosamente ma ancora non si ribalta; raggi di luce sembrano filtrare dall'oscurità lontana verso cui ci stiamo dirigendo. Nessun respiro, nessuna parola...non sappiamo cosa ci attende: fingendo incuranza ed ostentando (forse scaramanticamente) sempre meno ottimismo, ci prepariamo mentalmente a ciò che potremo vedere al termine di questo breve viaggio: lunghe cascate avvolte dalle tenebre o un lago dorato immerso nella luce.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

su su...il gioco è appena iniziato ed è inevitabile rimeterci un po' del proprio quando si è alle prime armi.
L'importante è CREDERCI.

Gasta ha detto...

Credici, credici... anche quattordici...

mafio ha detto...

Macche'..piu' di dodici proprio non ce la fo'..