venerdì, maggio 30, 2008

E S A R I N T U L O M D P C F B V H G J Q Z Y X K W

E' possibile, mi chiedo, vivere la propria vita intensamente, assaporando ogni singolo istante dell'esistenza, approfittando di ogni occasione, di ogni conoscenza, senza rimorsi, rimpianti, rimanendo sè stessi, coerenti con le proprie scelte precedenti? E' possibile questo, mi chiedo, vivendo in città, lavorando in ufficio davanti al computer per 9/10 ore al giorno, in un'epoca di enorme asocialità, indifferenza e cinismo? Jean-Dominique Bauby, ne Lo scafandro e la farfalla dice: "...le occasioni che non ho voluto cogliere, gli istanti di felicità che ho lasciato volare via...ero cieco e sordo o mi serviva necessariamente la luce di un'infermità per vedere la mia vera natura..." Ma non viviamo già forse in un pesantissimo scafandro che ci paralizza? E se fosse uscito dalla sua malattia, miracolosamente, Bauby sarebbe stato capace di fare tesoro della sua disgrazia passata per vivere meglio la sua vita? Inizialmente forse si, ma poi? Si sarebbe scontrato a poco a poco con l'apatia degli altri e con una parolina, che a pronunciarla sembra piccola piccola, ma in realtà è un macigno: routine. E allora che devo fare? Trasformarmi in un piccolo hippie, diventare naive e dire al mondo che la vita va vissuta, che dobbiamo tutti svegliarci da questa esistenza di sonnambuli e riscoprire altri valori, più importanti ed essenziali? Ma come si fa? Io non so farlo. A volte poi mi chiudo in me e tutti questi bei discorsi colano a picco nel dimenticatoio tra noia e pigrizia. Perchè proprio io dovrei iniziare a fare il primo passo? Sto tanto bene da solo. Certi film mi fanno male, altri malissimo. Voglio andare al mare e vedere solo una distesa di acqua, scogli e fichi. Voglio mangiare un fico appena colto dall'albero. Voglio dormire su un'amaca nel mio giardino di casa ad un passo dalla spiaggia. Voglio vedere case bianchissime. Voglio vederti sorridere tutto il tempo.

giovedì, maggio 15, 2008

Scatolotti

Come ogni giorno, anche stamattina mi alzo, faccio colazione, mi vesto e faccio zig zag tra le auto con la mia bici psichedelica. Mentre sono dietro ad un pulman blu, mi si affianca il signore degli orologi: un tipetto magro magro, barba sfatta di qualche giorno, sui 50 mal tenuti, cappello da pescatore, sdentato. Scatolotti. Sono tutti scatolotti questi qua. Lo guardo, spengo l'ipod. Guarda qui quanti scatolotti. Non si riesce nemmeno a passare con la bici. Ehm si, è proprio vero. Sono meglio le nostre bici. Scatta il verde. Il bus blu parte e noi, con lentezza, ci muoviamo insieme verso il centro. Il signore degli orologi mi si affianca. Mi ha preso in simpatia presumo. Invece di spender soldi per gli scatolotti, preferisco comprarmi un bell'orologio come questo. Non si sente nemmeno quando fa tic tac. Per ascoltare il suo cuoricino battere, devi appoggiarci l'orecchio e poi lo senti. Bello. Non per vantarmi ma direi che posso fregiarmi della nomina di collezionista di orologi. Ah si? Quanti ne hai? Circa 200, tutti con la loro confezione. Pensa che una volta un signore mi ha detto che collezionava orologi ma poi quando gli ho chiesto quanti ne aveva mi ha risposto 15. Ti sembra un collezionista? No no. Direi di no. Ecco. Ma quanto hai speso per tutti sti orologi? Circa mezzo miliardo. Caspita! Con quei soldi facevi meglio a comprarti uno scatolotto allora. Lui ride di gusto mostrandomi gli spazi tra i pochi denti rimasti. Ahahahahah!! Simpatico! Simpatico! In piazza pontida le nostre strade si dividono. Buon viaggio!! Anche a te! Vai con dios! lo sento dire prima di vederlo infilarsi in una stradina laterale. E' così stamattina che ho conosciuto il signore degli orologi.

sabato, aprile 26, 2008

Così vicini, così lontani

Separati da piccolissime distanze sulla terra
ed infiniti spazi di cielo,
non potremo mai sfiorarci.
A meno che uno di noi due non cada sull´altro.
Allora invecchiamo chinandoci poco a poco
nella speranza folle che forse un giorno...

mercoledì, aprile 16, 2008

Storie

Ho parole da scrivere e storie da raccontare.
Mi si affollano nella testa ogni giorno mentre in bici
percorro il quarto d´ora di strada che mi separa dall´ufficio.
Ma invece di sgorgare allegre sui tasti di questo pc,
si impigliano tra le strette trame del tempo che non ho per sedermi qui
a raccontarvele.
Storie brevi, brevissime. Ma che richiedono concentrazione e luciditá.
Quella che ora purtroppo non possiedo.
Accontentatevi per il momento di queste immagine rubate a Genova.
Le storie arriveranno.

giovedì, aprile 03, 2008

mercoledì, aprile 02, 2008

Lento risveglio

Ho lasciato che la barca prendesse un pó il largo da sola
per vedere fino a che punto poteva spingersi.
Con il pilota automatico.
Ora mi é tornata la voglia di riprendere in mano i remi.
Di guardare la bussola e scrutare l´orizzonte.

Vediamo un pó dove si puó arrivare.

lunedì, maggio 28, 2007

Un lavoro straordinario

Così quando qualcuno in futuro mi chiederà qual'è la cosa più assurda che mi è capitata nella vita, senza dubbio la mia mente sfoglierà velocemente i giorni fino ad arrivare alla fatidica notte di sabato 26 maggio in cui, tra le 11 di notte e le 10.45 della domenica successiva, sono rimasto prigioniero dentro alla fiera di bergamo per duplicare più di 700 dvd contenenti il video della serata, inserendoli per di più nelle apposite custodie di plastica. Per la precisione il lavoro avrebbe dovuto svolgersi comodamente dalle 11 alle 4 di notte, ma per gravissimi problemi tecnici (tra i quali lo spegnimento della corrente da parte di un fonico ucraino ubriaco di vecchia romagna) in quel lasso di tempo siamo stati ad aspettare che il pc partorisse il dvd originale, bevendo vino, caffè su caffè, parlando con angelo (il custode notturno della fiera) e facendo il giro della sala congressi a bordo di un monopattino (tra l'altro io ho stabilito il record della pista con 1'17"). Mi sembrava di stare dentro l'overlook hotel. Spazi giganteschi, tanta luce, anche di notte, un lavoro che non voleva saperne di essere concluso e la convivenza forzata con altri esseri umani. Giuro, li avrei fatti a pezzi.

Ad un certo punto il desiderio diventò incontrollabile.
Qualche ora prima, quasi per gioco, per il semplice e primordiale desiderio di rubare, avevo recuperato un coltello da macellaio dimenticato da qualche cameriere del servizio cathering dietro ad uno dei grandi teli che separavano la grande sala allestita per l'evento e i corridoi che davano all'esterno, dove stazionavano le cucine da campo. Può sempre servirmi, pensai. Il tempo non passava e avevo superato da poco la soglia che trasforma il sonno e il bisogno di riposare in pura frenesia e voglia di fare fare fare fare fare distruggere. Avevo deciso di alzare gradualmente il tasso alcolico per evitare di addormentarmi, così passai dal vino al limoncello per finire con la vodka. Le tempie mi pulsavano furiose come tamburi suonati da tribù primitive nel mezzo della giungla. Intanto tutto andava a rotoli: rendering interrotti, il ronzio del pc nel silenzio di una sala gigantesca, le parole del custode ("non hanno nulla da perdere, aprono il fuoco immediatamente appena vedono qualcosa che si muove, o tu o loro"), risate alle mie spalle di facce gonfie e deformate dalla veglia infinita, messaggi di errore che significavano altre ore di attesa snervante. Fuori intanto le nuvole nere erano esplose in lampi e tuoni vendicativi. Il silenzio lasciò il posto al ticchettio frenetico e nervoso di un diluvio che sapeva di resa dei conti. Fanculo pensai. Il mio lavoro doveva terminare alle 4 e invece sono qui ad un passo dall'alba senza sapere nè quanto ancora dovrò rimanere nè se saremo in grado di portare a termine il tutto. Presi l'iniziativa con una mano e con l'altra il coltello. Ne avevo abbastanza. Nessuno se ne sarebbe accorto. Un lavoretto rapido, silenzioso e certamente pieno di soddisfazione. Avrebbero dato la colpa a qualche ladruncolo che si sarebbe introdotto clandestinamente durante la festa e avrebbe poi sfruttato la confusione per nascondersi in qualche stanza e aspettare lì il momento buono per iniziare il suo piano terribile.
Falli a pezzi! diceva la vocina.
Riducili in polvere!!
Alza quel cazzo di coltello e abbattiti con furia su di loro, che giacciono lì indifesi.
Adesso!!
Adesso!!!
Ma non lo feci.
Calcolai che se mi avessero beccato a distruggere più di 700 dvd l'avrei presa sonoramente nel culo. Altro che straordinario!! Mi sarebbe toccato pagare di tasca mia e come minimo mi avrebbero licenziato in tronco. Nono...aspettai che il pc finisse di fare il suo lavoro e insieme agli altri due mi misi in silenzio a duplicare dischi versatili digitali in silicio fino alla mattina del giorno dopo.
Ora sto bene.

venerdì, marzo 09, 2007

LUNA IN PIENA - NADA
(...) Non so ballare il tango
Non so ballare
il valzer
Non so ballare niente
Mi dondolo in dispar
te
In piedi contro il muro
Guard
o il mio futuro
Perso in una marea d'ombre
E dentro le tue mani
Sono una luna piena
Resto lassù a guardare la tua voglia che
Piena in piena
Prendimi stasera
Sono in piena in piena
Prendimi la testa fra le mani
E tocca la paura vera

La mia timidezza mi incatena
(...)

domenica, marzo 04, 2007

Morte di un Dandi

Avercele ste brave personcine al proprio funerale...macchè...
Ci si devi accontentare dei soliti nomi banali, triti e ritriti...
Per carità...non è che m'aspetto un Pallesecche, un Puzzafiato
o un Fragoletta...
ma almeno...che ne so...un Caciotta o un Mammoletta credo di meritarmelo!
Eh...è' proprio vero che nun ce sò ppiù i bboni amici de na vorta...

domenica, febbraio 11, 2007

Parigi

lunedì, febbraio 05, 2007

domenica, febbraio 04, 2007

Aperta parentesi Chiusa parentesi

A volte
quando nuvole grigie riempono un cielo già troppo
BLU
io non ho paura.

Perchè con me ho il mio spazzanuvole biondo.
Sei tu.

sabato, febbraio 03, 2007

domenica, gennaio 28, 2007

DESCRIZIONE DEL GIOCO:
il DOMINO della PAURA

CONTENUTO:
Il Domino della Paura è formato da 78 tasselli
raffiguranti in totale 12 diversi soggetti che, in un modo o nell’altro,
rappresentano celebri paure
che spesso ritroviamo in film, o libri o in racconti del terrore:

- la scritta FEAR (PAURA)
- 8 soggetti che incutono terrore:

        • un fantasma
        • uno scheletro
        • uno spettro con 4 occhi
        • un robot assassino
        • i pirati dell’isola del tesoro
        • un gufo sinistro
        • degli extra-terrestri alla conquista della terra
        • un castello maledetto
- espressioni di autentico raccapriccio

SCOPO DEL GIOCO:
Ogni giocatore, in possesso di un certo numero di tessere della Paura,
deve cercare di terrorizzare gli altri liberandosene,
ovvero lasciandole sul piano di gioco
secondo le modalità del domino classico,
prima che ci riescano i suoi avversari.

Il vincitore è colui che riesce a diffondere tutte le sue Paure nel più breve tempo possibile.

lunedì, gennaio 22, 2007











INTRODUZIONE:
il DOMINIO della PAURA

Il Millenium Bug
La minaccia terrorista
L’uomo nero
Gli omicidi in villa
La mucca pazza
L’aviaria

Quando il livello d’allarme sale da arancione a rosso
Non significa che siamo più protetti
Siamo soltanto più spaventati

La Paura è la miglior forma di controllo
Un efficiente strumento di Potere
Che funziona proprio come un Domino

Per prima cosa si dispongono al meglio le tessere sul piano
(si prepara il terreno)
In modo che il percorso (della Paura)
non si interrompa e si ramifichi il più possibile.
Poi, dall’alto, qualcuno (il politico di turno)
dà il la buttando giù la prima tessera.
I media, dal canto loro, amplificano questo gesto
Assicurandosi che nessun tassello rimanga in piedi
Impostando ed imponendo abilmente l’Agenda Setting del momento.
Così, diventa quasi fatale che nessuno possa sottrarsi al propagarsi
Rapido ed inarrestabile della Paura
Parlandone a sua volta, comportandosi di conseguenza
E diventando egli stesso uno dei tanti tasselli che cade
Alimentando suo malgrado questa incontrollabile reazione a catena.

Utilizzando la metafora del domino
Ho costruito 78 tasselli del gioco in cui ogni faccia
È costituita da una fotografia (da me realizzata)
Rappresentante una paura solitamente legata al mondo dell’infanzia.
Si va dal gufo allo scheletro. Dai fantasmi ai pirati.
Dal robot assassino al castello maledetto.
Fino agli alieni.
Paure terrificanti insomma. Altro che Bin Laden o Annamaria Franzoni.

Non importa in che modo si giochi
(se sistemando i tasselli verticalmente in modo da farli cadere a catena
o, nel modo classico,
appoggiandoli adiacenti sul piano quando hanno la stessa faccia).
L’idea è quella di mostrare come, tessera dopo tessera,
la Paura si diffonda esattamente come un Domino.

domenica, gennaio 07, 2007

Saldi Saldi Saldi!!!

"(...) Pace, Montag. Offri al popolo gare che si possano vincere ricordando le parole di canzoni molto popolari, o il nome delle capitali dei vari Stati dell'Unione o la quantità di grano che lo Iowa ha prodotto l'anno passato. Riempi loro i crani di dati non combustibili, imbottiscili di "fatti" al punto che non si possano più muovere tanto son pieni, ma sicuri d'essere "veramente bene informati". Dopo di che avranno la certezza di pensare, la sensazione del movimento, quando in realtà sono fermi come un macigno. E saranno felici, perchè fatti di questo genere sono sempre gli stessi. Non dar loro niente di scivoloso e ambiguo come la fiosofia o la sociologia affinchè possano pescare con questi ami fatti ch'è meglio restino dove si trovano. con ami simili pesceranno la malinconia e la tristezza. Chiunque possa far scomparire una parete TV e farla ricomparire a volontà, e la maggioranza dei cittadini oggi può farlo, sarà sempre più felice di chiunque cerchi di regolo-calcolare, misurare e chiudere in equazioni l'Universo, il quale del resto non può esserlo se non dando all'uomo la sensazione della sua piccolezza e della sua bestilaità e un'immensa malinconia. (...) Gli esseri umani vogliono la felicità, non è vero? Non è quello che sentiamo dire da quando siamo al mondo? Voglio un pò di felicità, dice la gente. Ebbene non l'hanno forse? Non li teniamo in continuo movimento, non diamo loro ininterrottamente svago? Non è per questo che in fondo viviamo? per il piacere e i più svariati titillamenti? E tu non potrai negare che la nostra forma di civiltà non ne abbia in abbondanza, di tittillamenti...(...)"
FAHRENHEIT 451 - RAY BRADBURY
*
"(...) When we don't consume it seems we are immune
to all of the thoughts they sell
you know as well as I, that's a lie...
'cause I want to spend,
in a never-ending story, but it always ends,
I want to spend, i want to spend,
in a never-ending story, but it always end (...)"
POOR COW - PETER BJORN AND JOHN
*
"(...) Calm, Fitter, Healthier
and more productive
A pig in a cage
on antibiotics (...)"
FITTER HAPPIER - RADIOHEAD

mercoledì, dicembre 06, 2006

Tutta una questione di mira

Si insomma questa volta ha passato ogni limite cazzo...non posso stare insieme ad un totale squilibrato mentale...mi piace e tutto quanto, bel visino, bel culo, non gli puzza l'alito e non è poco ma porca troia!!! non è normale...ma sì sto parlando del mio ragazzo...l'altra sera...l'altra notte avrei voluto dirgli: "ok bello tu sei tutto suonato facciamola finita qui ok? come se nulla fosse mai successo" ma il coraggio non ce l'ho avuto...si insomma...a volte essere troppo precipitosi non paga...ma dico...ci conosciamo da un mesetto scarso, un fottuto mese striminzito e me ne ha già piantato di stronzate...come quando una settimana fa eravamo nel solito bar merdoso di bergamo a berci una birra marcia, con qualche pistacchio toccato da dieci cento mille mani sporche di piscio, e lui è lì davanti a me, che mi prende la mano ed inizia a dirmi qualcosa tipo "sai...lo so che ci conosciamo da poco...ma a volte ci vuole poco tempo per capire...si...quando conosci una persona speciale...o che pensi sia speciale...anche se non la conosci molto..." si stava incartando...era in difficoltà palese...ma era dolce il suo tentativo di comunicarmi qualcosa...beh proprio in quel momento arriva un uomo, tipo indiano ma non era indiano, e ci mostra delle rose rosse rinsecchite e rantolanti...io gli faccio il segno di no, che non ci interessano, ma lui insiste, in effetti nel pub c'eravamo solo noi, a quel'ora bergamo dormiva, anzi era in coma, gli dico "guarda no...davvero...non insistere" e questo indiano se ne esce con un irresponsabile "non voglio niente, è un regalo per te". Non sapeva che trenta secondi esatti dopo si sarebbe ritrovato orizzontale, svenuto, in un lago di sangue sgorgante da un naso rotto. Il suo. Inutile che vi dica chi fu l'arteficie di questo bel casino. Il mio bel fidanzatino fuori di testa. E poi via di corsa mano nella mano (ma che romanticheria) verso la macchina e su su per le mura di città alta a cercare un posto imboscato in cui infilarci. Non per fare roba figuramoci. Per nasconderci dagli sbirri. Ma cazzo dico io...è la quarta...quinta volta che usciamo e tu mi trasformi il naso di un povero porta-fiori in una fontana zampillante. E si che tutto incominciò da un colpo di fulmine...mi ricordo come se fosse ieri (ok era meno di un mese fa ma è tanto per rendere il presente storico ancora più storico) il nostro primo incontro: mi stavo scaldando una pasta del giorno prima, il sugo aveva uno strano colore tendente al rosso bruciato, e la guardavo con la stessa noia e svogliatezza con cui si guarda il cibo quando lo devi mangiare da solo davanti all'orologio della cucina...din don sento. è il mio campanello. apro la porta. davanti a me si presenta un povero cristo inzuppato dalla testa ai piedi (fuori pioveva ferocemente, uno di quei giorni in cui il cielo si incattivisce e non vuole sentire scuse: prendetevela tutta quest'acqua bastardi!!!) non era un bello spettacolo. la sua faccia però non era triste o frustrata quanto tanto tanto incazzosa. infatti dalla sua bocca secca uscirono un paio di frasette tipo: "ascolta stronza" - si riferiva a me intuii - "io prendo 10 centesimi pidocchiosi per ogni elenco che consegno. c'è un piccolo problema: se non riconsegno anche quelli vecchi indietro non prendo un cazzo di niente. immaginavo che dietro a questa porta ci sarebbe stata una cazzo di ragazzina con quella tua faccia strafottente. ora cazzo, dammi questa merda di elenco telefonico così posso riscuotere altri 10 centesimi marci da quei laidi da cui lavoro. muovi il culo grazie." aspetta. girai i tacchi senza chiudere la porta, attraversai il corridoio di casa mia, presi l'elenco vecchio con due mani, tornai indietro alla porta e con tutta la mia forza glielo lanciai addosso. avete presente quanto pesa un elenco del telefono? potevo ammazzarlo. me ne pentii l'attimo dopo in cui mollai la presa. e lo mancai. non so come ma lo mancai. come la scena di pulp fiction in cui jules svuota l'intero caricatore della pistola sul muro, mancando completamente il suo bersaglio immobile. una roba del genere. ma qui si finì a ridere. l'elenco attraversò il pianerottolo finendo contro la finestra aperta. credo che per un paio di centimetri non sia volato giù dove ci sono i parcheggi per le auto...mentre io dicevo: "vuoi entrare un attimo ad asciugarti...sembri un...un pulcino bagnato ehehe." come risposta lui starnutì un si. in due, la pasta bruciata non era poi neanche tanto male. come vedete, non sono una di quelle che cerca il pelo nell'uovo...mi ha datto della stronza, della ragazzina strafottente, mi ha detto di muovere il culo e io l'ho invitato a pranzo. qualcun altro non l'avrebbe visto esattamente come il migliore degli inizi per una storia d'amore. eppure le cose poi hanno cominciato a girare bene. fino all'altra sera. a casa mia. tutto perfetto: cena fuori, un mare di risate e cazzate, un bel pò di vino, qualche frase romantica. finiamo a letto. era la prima volta insieme. non sono mica una cazzo di troietta che la dà subito al primo ragazzo che mi consegna un elenco nuovo del telefono. insomma non starò qui a farla tanto lunga...arriviamo al dunque e lui tira fuori dalla tasca dei jeans qualcosa che pensavo dovessero essere i preservativi e infatti lo erano...solo che...quando se ne infilò uno...c'era qualcosa che non mi quadrava...passi il colore verde...ma in corrispondenza del glande c'era come una specie di stemma, di logo tondo...mi avvicino per guardarlo meglio e vedo una specie di donna coi capeli fluenti e una corona...e poco distante da quella riconosco la forma di tante piccole tazzine di caffè disegnate...ma che cazzo di condom è questo? chiedo un pò spiazzata e lui mi informa che è la nuova linea di preservativi della catena Starbucks, nota multinazionale americana che oltre ad occuparsi di caffè e ristorazione, si è buttata pure sul business della musica e dei film. Devi sapere - mi dice eccitato il mio fidanzatino - che il proprietario della Starbucks, tale signor Howard Schultz, possiede pure una squadra di basket, i seattle supersonic!!! e ha da poco lanciato anche una linea di preservativi. "sticazzi" dico io. "Quel cosa non entra dentro di me, questo è poco ma sicuro...non vorrei che anche tu mi diventi supersonic..." gli butto lì. pensavo: ora lo scherzo finisce e si mette un preservativo come cristo comanda. invece no. figuriamoci. lui mi esce con sta frase: "Non esiste sulla faccia della terra che tu possa scindere sesso da Starbucks. Non puoi dividere sacro e profano. Non puoi, non devi, non lo farai." Ok bello, gli rispondo io, quando avrai finito con queste stronzate fammi un fischio. Tu sei cotto come una zucchina. Io vado a farmi un caffè...anzi un thè...che di caffè ne ho già visti abbastanza. Lo trovai mezz'ora dopo addormentato, con ancora quell'affare infilato. Più ci penso e più...mi sa proprio che ora lo chiamo e lo mollo.
NOTA AL MARGINE: ringrazio gasta per avermi costretto a scriver un post con la seguente frase
"Non esiste sulla faccia della terra che tu possa scindere sesso da Starbucks. Non puoi dividere sacro e profano. Non puoi, non devi, non lo farai." Come vedi nicolino, ti ho bagnato il nasino...*
E rilancio!!! Ora tu devi inserire la seguente frase nel tuo prossimo post (ma mica per finta come hai fatto prima, spappolandola qua e là a tuo piacimento, troppo facile così, devi ficcarcela dentro uguale o sei una faccia di maiale pappappero):
"Pianse tutta la notte mentre ci pensava. Un fiume in piena. Poi, di colpo smise. Come se avessero chiuso contemporaneamente tutti i rubinetti. Si alzò in piedi e uscì di casa. Alle 4 di notte di quel 10 agosto, a bordo della sua vespa verde, l'aria era assai più fredda di quello che immaginava."
Buon divertimento! : )

sabato, novembre 11, 2006

A come...

...AttesE.

sabato, ottobre 28, 2006

PROVOLUTION
Vi ricordare le foto degli uomini preistorici che ho pubblicato tanto tempo fa?
No vero...manco sapete di checcazzo sto parlando?!?
Certo che non lo sai...sei arrivato qui per caso ah?
Da qualche link di cui io non conosco l'esistenza ah?
Allora levati dai coglioni perchè con te non ci parlo figuriamoci.
A tutti gli altri (???) .... ma come non è rimasto più nessuno??
Dunque...dunque mi tocca fare il riassunto...
mi tocca piegarmi alle esigenze di un publico distratto,
menefreghista e pure silenzioso di fottuti lucker.
Hm.
Ok.
Guardate queste foto.
Beh...erano il making of del video che vedete qui sotto.
In realtà è uno spot del provolone valpadana.
Doveva vincere.
Ma il membro della giuria che avrebbe deciso l'esito a nostro favore
è rimasto incastrato nel water la sera prima e non ha potuto
giovare alla nostra causa.
Era un ciccione!! Ai ciccioni piaciono i video comici!!
Giuro!! E' vero!!
Ooovabbè...guardatelo e finiamola qui.
Parla dell'invenzione della ruota.
Più o meno...